Fattispazio-DAY

FATTISPAZIO-DAY mercoledì 2 luglio


È
proprio necessario, durante e dopo cena, incantarsi davanti ad un
televisore che diffonde banalità? È proprio necessario
desertificare le città dopo “la prima serata”? È
proprio necessario interdire i
cosiddetti spazi pubblici, ovvero
strade, piazze o parchi, a chi li potrebbe riempire di musica, colori
e parole?

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Studia Consuma Taci

Ormai a Pavia vige un coprifuoco non dichiarato. La città
chiude i battenti alle nove di sera: da quell’ora in avanti sono ammessi solamente
il silenzio e la quiete televisiva sul divano di casa.

Poco importa se hai lavorato o studiato tutto il giorno e
senti il sacrosanto bisogno di socializzare e svagarti. Questo a Pavia non
rientra tra i tuoi diritti.

STUDIA_CONSUMA_TACI

Queste le parole d’ordine che guidano la vita dello
studente/precario in quella che negli spot dell’università viene spacciata come un’isola (in)felice.
Ma su quest’isola vivono ben 26 mila studenti (un abitante
su quattro): abbiamo i numeri, abbiamo la forza, ne abbiamo pieni i coglioni.

Facciamoci sentire, facciamoci vedere…riprendiamoci la città!

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Parlare di città, a Pavia, significa anche e soprattutto parlare del rapporto
tra territorio e università. Dai comportamenti repressivi della nostra
beneamata sindaca traspare una evidente sottovalutazione dei bisogni delle
studentesse e degli studenti. Per i sedicenti “democratici” pavesi contano
molto di più le opinioni espresse da comitati di vicini composti da quattro
persone che la necessità di socialità di migliaia di giovani. Il modello della
“Pavia isola felice” in realtà è solo la maschera sotto la quale nascondere la
vera prescrizione delle autorità accademiche e politiche: “studia – consuma –
taci”. Dall’affitto alla consumazione obbligatoria in qualche bar luccicante,
l’economia pavese si regge sulle spese di studentesse e studenti, che in cambio
non hanno nessuna libertà di espressione. E cosa dire di precarie e precari che
lavorano tutto il giorno e non hanno neanche la possibilità di divertirsi tutta
la notte?

 

Se per loro conta solo chi vota…

Per loro conta solo chi vota? Cambia residenza!

Ti hanno promesso un’isola felice?
Una città a misura di studente?

Ti sei accorto che n° quattro (4!!!) distinti pavesi di mezza età contano più di n° ventiseimila (26000!!!) studenti e studentesse che pagano affitto e tasse universitarie?

Che sia perché gli studenti fuori sede e pendolari non votano a Pavia?

Cambia la tua residenza, trasferisciti nella fantastica isola felice.

Diventa anche tu un elettore.

Sottoscrivi la campagna "SE PER LORO CONTA SOLO CHI VOTA"

No party? No affitto!



George
è uno studente dell’Università di Pavia.
Paga le tasse. E’ fuori sede. Paga l’affitto.
Ma il suo padrone di casa vive sopra il suo bar preferito.
Dice che il rumore serale lo disturba.
Chiama polizia, vigili, carabinieri, esercito e finanza.
Il bar è stato obbligato a chiudere alle nove di sera.


George
non sa più a che santo votarsi:
"Ma come? Vado a lezione. Studio tutto il giorno.
E manco un Martini con gli amici la sera.
Dico io, al bar, neanche in uno di quei centri sociali."

Ma vi sembra il caso che George continui a pagare l’affitto?

 

Un’isola felice? L’isola che non c’é

Nel mare delle università esiste un’isola felice: Pavia.

Se davvero vuoi studiare, sappi che qui si studia bene; c’è un docente ogni 20 studenti, un record; e laurearsi nei tempi giusti è la norma. Inoltre se il biennio di specializzazione è nei tuoi programmi, devi sapere che questo è uno dei nostri punti di forza. Una conferma sulla qualità dei docenti? I tanti riconoscimenti internazionali avuti da questa Università nel campo della ricerca. Così, se cerchi il luogo ideale per i tuoi studi universitari l’hai trovato, esiste ed è un’isola felice, un’isola che c’è: l’Università degli Studi di Pavia.

vedi la campagna pubblicitaria dell’Università degli Studi di Pavia

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MA DOVE CAZZO VIVI?


 

 L’isola (Felice) che non c’è

 

C’era una volta un’isola
felice, colorata e piena di giovani…..questo posto si chiamava
Pavia.

Pavia, con i suoi 25000 studenti, era
considerata un’oasi dove era possibile studiare e divertirsi, dove i
giovani e vecchi vivevano in armonia, dove l’amministrazione comunale
e l’università favorivano la libera socialità e
promuovevano occasioni di svago e cultura. Venivano dai giovani gli
stimoli e le idee che rendevano culturalmente vivace e rigoglioso il
centro cittadino. L’uomo era al centro e tutto girava attorno.

MA

pian piano il tempo cambiò e le
nuvole grigie cominciarono ad avanzare minacciose verso Pavia e
rapidamente la cappa scura ricoprì la città.

Le persone, ma soprattutto il comune e
l’università cambiarono. Nelle loro menti gli studenti
diventarono semplice fonte di profitto. Sul centro si concentrarono
le mire di chi voleva guadagni facili e sicuri. Vennero lucidate le
strade e allestite grandi vetrine. Ad animare il centro c’era ora la
febbre dei saldi, la sfilata del sabato pomeriggio e qualche locale
alla moda con prezzi esorbitanti e lobotomia culturale. L’università
si chiuse in se stessa, anche le lezioni da critiche e stimolanti
divennero nozionismo e pillole di cultura preconfezionata.
L’aggregazione e le iniziative culturali, una volta valorizzate,
vengono oggi giudicate come fastidiose per la cittadinanza. Per
questo le piazze sono oggi solitamente negate per ogni iniziativa e
allo stesso modo le aule dell’università sono proibite agli
studenti.

La buona volontà di pochi,
disponibili a lotte sovraumane contro burocrazie e poteri cittadini,
ha evitato che la fiamma della creatività si spegnesse del
tutto, ma è sotto gli occhi di tutti come lontano sia
l’antico splendore…Spesso le energie sono andate sprecate e gli
entusiasmi sono scemati a causa delle artificiose difficoltà….

Ad oggi

Pavia rimane comune bella e
potenzialmente vivace…. ma immaginate come potrebbe essere
magnifica e stimolante se:

  • Le piazze e le strade fossero
    aperte al libero incontro e fruibili senza impedimenti..

  • Il comune e le autorità
    non ostacolassero, ma favorissero la vita sociale cittadina e la
    naturale

  • L’università non fosse un
    isola separata dalla città, un’entità a sé
    stante, ma un luogo dove la socialità e il confronto siano
    considerati come parte integrante della formazione
    dell’uomo/studente.

  • L’università fosse quindi
    luogo d’incontro quotidiano e primo naturale spazio fruibile per
    ospitare la creatività proveniente dagli studenti e della
    città…..

Uno straccio di spazio

 

Uno straccio di Spazio

_rivoluzione
_arancione
_dal balcone

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per reclamare spazi sociali in città
per affermare l’esistenza delle/degli student*

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ESPONI LA BANDIERA ARANCIONE DAL TUO BALCONE
ATTACCA AL TUO ZAINETTO L’ARANCIONE STRACCETTO

ASSEMBLEA

 

mercoledì 25 giugno h.18.00 in piazza duomo
// pavia.city

Per una Pavia più libera e per una socialità svincolata dai profitti…

Ritrovo e discussione in Piazza Duomo alle ore 18.00