aggiornamenti

ieri passando a consegnare la lettera firmata dai multati che ancora
mancavano ho saputo che non ci daranno l’incontro il 21 come d’accordo.Il sindaco doveva sentire la DIGOS e doveva dirci se avrebbe  tolto o meno le multe….
Sembra che la Balduzzi, portavoce del sindaco, sia malata.

Essendo la data di scadenza per il ricorso il 27 gennaio, se non ci
danno risposta entro il termine saremo costretti a procedere comunque
legalmente per non perdere l’opportunità.

Speriamo non stiano appositamente evitando di darci una
risposta.SPERIAMO SI PRENDANO le proprie responsabilità.

L’avvocato intanto preparerà il ricorso…

Resoconto dell’incontro con il sindaco

Ieri l’incontro con il sindaco.

Abbiamo spiegato le ragioni del nostro disappunto per le multe ricevute
durante una manifestazione pubblica.Abbiamo sostanzialmente spiegato i
contenuti della lettera consegnatale ( http://fattispazio.noblogs.org )
a nome del gruppo Fattispazio. Ci ha fatto firmare singolarmente come
multati perchè non ha accettato che ci si presentasse come gruppo
politico.Ha fatto una polemica su questo ed era evidente l’imbarazzo e
l’incapacità a sostenere le sue posizioni con argomenti credibili.Con
arroganza, per non prendersi la responsabilità politica delle sue
scelte e delle conseguenze di queste, ha inventato burocrazia e
scaricato la responsabilità sulla Polizia dicendo che non è il sindaco che fa
le multe.

Sindic
In ogni caso, dopo aver affermato che se le multe erano nell’orario
entro cui avevamo richiesto l’autorizzazione le avrebbe levate, si è
accorta che tutti i verbali tranne uno erano per proprio in quella
fascia orario….quindi forse le toglie.
Vuole prima sentire la DIGOS "perchè non vuole sconfessare l’operato
della polizia".Noi eravamo autorizzati dalla Questura per il presidio,
quindi a meno che non si inventino una pretestuosa occupazione di suolo
pubblica per le tende simbolicamente montate per ricreare il bivacco,
dovremmo essere a posto.
La multa, il cui orario nel verbale è oltre le 24.00, è di un ragazzo
non appartenente a fattispazio, ma spesso presente alle iniziative e
bravissimo suonatore di pizzica salentina.Il musicista afferma che lui a
quell’ora era già andato via e che più precisamente fu stato fermato
e identificato da una volante davanti al Teatro Fraschini mentre stava tornado con un amico verso a casa.
Riguardo a quest’ultimo caso e se necessario anche per gli altri,
presenteremo ricorso alla magistratura.Stiamo parlando con un avvocato
che si è già offerto di aiutarci gratuitamente…

Rimane l’assurdità di un’ordinanza che punisce gli studenti e tutti
coloro che vogliono vivere la propria città senza doversi sempre
rinchiudere davanti alla televisione o in qualche locale/discoteca
fuori città.Rimane lo sconcerto per un’ordinanza che punisce
soprattutto i migranti e tutti coloro che hanno il piacere della
socialità…

per ora è tutto…

Porte aperte e porte in faccia

Benvenuta a Pavia, Benvenuto nell’Alma Ticinensis Universitas

Siamo uno spontaneo gruppo di
accoglienza composto da studentesse e studenti.

In questa magnifica giornata
troverai risposte a molte delle domande che ti ponevi su questa
città!

Forse
però c’è una domanda però a cui
non ti daranno risposta :

COM’E’ LA VITA DEGLI STUDENTI QUI
A PAVIA?

ma soprattutto…

CHE SI FA QUI A PAVIA LA SERA? Leggi tutto “Porte aperte e porte in faccia”

Un’isola felice? L’isola che non c’é

Nel mare delle università esiste un’isola felice: Pavia.

Se davvero vuoi studiare, sappi che qui si studia bene; c’è un docente ogni 20 studenti, un record; e laurearsi nei tempi giusti è la norma. Inoltre se il biennio di specializzazione è nei tuoi programmi, devi sapere che questo è uno dei nostri punti di forza. Una conferma sulla qualità dei docenti? I tanti riconoscimenti internazionali avuti da questa Università nel campo della ricerca. Così, se cerchi il luogo ideale per i tuoi studi universitari l’hai trovato, esiste ed è un’isola felice, un’isola che c’è: l’Università degli Studi di Pavia.

vedi la campagna pubblicitaria dell’Università degli Studi di Pavia

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MA DOVE CAZZO VIVI?


 

 L’isola (Felice) che non c’è

 

C’era una volta un’isola
felice, colorata e piena di giovani…..questo posto si chiamava
Pavia.

Pavia, con i suoi 25000 studenti, era
considerata un’oasi dove era possibile studiare e divertirsi, dove i
giovani e vecchi vivevano in armonia, dove l’amministrazione comunale
e l’università favorivano la libera socialità e
promuovevano occasioni di svago e cultura. Venivano dai giovani gli
stimoli e le idee che rendevano culturalmente vivace e rigoglioso il
centro cittadino. L’uomo era al centro e tutto girava attorno.

MA

pian piano il tempo cambiò e le
nuvole grigie cominciarono ad avanzare minacciose verso Pavia e
rapidamente la cappa scura ricoprì la città.

Le persone, ma soprattutto il comune e
l’università cambiarono. Nelle loro menti gli studenti
diventarono semplice fonte di profitto. Sul centro si concentrarono
le mire di chi voleva guadagni facili e sicuri. Vennero lucidate le
strade e allestite grandi vetrine. Ad animare il centro c’era ora la
febbre dei saldi, la sfilata del sabato pomeriggio e qualche locale
alla moda con prezzi esorbitanti e lobotomia culturale. L’università
si chiuse in se stessa, anche le lezioni da critiche e stimolanti
divennero nozionismo e pillole di cultura preconfezionata.
L’aggregazione e le iniziative culturali, una volta valorizzate,
vengono oggi giudicate come fastidiose per la cittadinanza. Per
questo le piazze sono oggi solitamente negate per ogni iniziativa e
allo stesso modo le aule dell’università sono proibite agli
studenti.

La buona volontà di pochi,
disponibili a lotte sovraumane contro burocrazie e poteri cittadini,
ha evitato che la fiamma della creatività si spegnesse del
tutto, ma è sotto gli occhi di tutti come lontano sia
l’antico splendore…Spesso le energie sono andate sprecate e gli
entusiasmi sono scemati a causa delle artificiose difficoltà….

Ad oggi

Pavia rimane comune bella e
potenzialmente vivace…. ma immaginate come potrebbe essere
magnifica e stimolante se:

  • Le piazze e le strade fossero
    aperte al libero incontro e fruibili senza impedimenti..

  • Il comune e le autorità
    non ostacolassero, ma favorissero la vita sociale cittadina e la
    naturale

  • L’università non fosse un
    isola separata dalla città, un’entità a sé
    stante, ma un luogo dove la socialità e il confronto siano
    considerati come parte integrante della formazione
    dell’uomo/studente.

  • L’università fosse quindi
    luogo d’incontro quotidiano e primo naturale spazio fruibile per
    ospitare la creatività proveniente dagli studenti e della
    città…..